domenica 14 aprile 2013

Primavera cinese

Riportiamo qui i versi "primaverili" di alcuni poeti della dinastia Tang, che dominò la Cina dal 618 al 907 d.C.

Alba di primavera

Profondo sonno di primavera non vede l’alba.

Intorno intorno suona canto d’uccelli. 
A notte scroscio di pioggia e vento: 
i fiori caddero, quanti? 

Meng Hao-jan (Meng Haoran, 689-740)

Meng Haoran


Canto di primavera

Fresca di cibo e belletto la bella

     discende dalla sua rossa stanza. 
Cupa e rinchiusa la luce della primavera 
     su tutto il cortile spande tristezza. 
Nel mezzo ella viene, 
     conta i fiori: 
una libellula a volo si posa 
     sullo spillone di giada. 

Liu Yu-hsi (Liu Yuxi, 772-842)

Liu Yuxi

Guardando la primavera 

Sulla patria in rovina si sollevano i monti, i fiumi,

nella città la primavera addensa le sue piante, le erbe. 
Io sono percosso dagli eventi, le mie lacrime grondano sui fiori, 
l’addio mi schianta, gli uccelli mi spauriscono il cuore. 

Sulle vedette, i fuochi delle scolte bruciano da tre mesi, 
da casa una lettera pesa diecimila once d’oro. 
La mia testa s’imbianca, sotto le tormentate dita diradano i capelli, 
che più non reggono la spilla. 

Tu Fu (Du Fu, 712-770)


In una notte di primavera nell’ala sinistra del palazzo


Tra i fiori cade il buio della sera sotto l’ala del muro,

il trillo degli uccelli per l’aria corre e si posa. 
S’affacciano le stelle, vibranti su diecimila porte, 
la luna s’adagia immensa nei nove cieli. 

Non so dormire, intendo il suono della chiave d’oro,

il vento richiama al pensiero i pendagli di giada… 
con la luce del giorno, scritture, sigilli…, 
e mi ripeto intanto:- A che punto, la notte? – 

Tu Fu (Du Fu)

Du Fu


Pioggia di primavera

Triste mi metto a dormire. Intorno è primavera,

     e indosso, la fresca veste di lino bianco. 
Bianca la soglia deserta e sola, 
     quante cose avverse ai desideri… 
Tu in rossa stanza dalla pioggia divisa 
     riguardi fredda. 
Dietro il velo di perle il lume trema, 
     io torno ancora solo. 

Sulla mia lunga via è il mio lamento

     nel tramonto di primavera. 
La rimanente notte mi recherà 
     sogni sempre più rari. 
La lettera, gli orecchini, 
     dove li mando? 
Per diecimila li nubi di velo, 
     solitaria un'anatra vola. 

Li Shang-yin (Li Shangyin, 813-858)

Li Shangyin


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