lunedì 1 luglio 2013

Non solo karma...

Quello che segue è un breve testo del Canone Pali, spesso citato come Sivaka Sutta (o Sutra), dal nome dell’eremita Moliya-Sivaka, il quale pose al Buddha una domanda cruciale, a proposito del karma.

La nozione di karma costituisce certamente uno dei temi centrali di tutto l’insegnamento del Buddha Shakyamuni e dei maestri che hanno tramandato il Dharma. Uno dei temi più difficili ed oscuri, più citati, e probabilmente più travisati. Già all’epoca del Buddha storico, evidentemente, a giudicare dalla domanda di Sivaka e dalla risposta che ricevette. Questo perché è molto facile cadere negli estremi del determinismo e della casualità: come spiega Gombrich nel suo recente studio su “Il pensiero del Buddha” ( si veda: http://zenvadoligure.blogspot.it/2013/04/buddhismo-e-filosofia-presocratica.html), se la volontà dell’uomo non è libera, allora “non siamo agenti etici e il resto dell’insegnamento del Buddha non ha più alcun senso”. D’altra parte, “l’insegnamento è ugualmente difettoso se le azioni non hanno conseguenze”. 


Fermo restando che nella pratica della Via non si tratta di adattare la realtà alla teoria, del genere: “siccome nei Sutra c’è scritto questo allora questo è vero e quello è falso”. Come dice il teologo cristiano Vito Mancuso (nel volume “Io e Dio”), la verità è molto più di qualsiasi dottrina. La verità di una proposizione dipende dalla prassi che genera, non viceversa: la fedeltà alla Via di cui parla il Buddha (e non solo il Buddha) è una ortoprassi, non una ortodossia.

Il testo del Sutra fa parte del Samyutta Nikaya, quarta parte , cap. III n. 21. Viene qui proposto nella versione pubblicata dalle Edizioni Ubaldini, alle pagg. 501-502.

III. ATTHASATAPARIYAYA-VAGGA

(Capitolo del sistema delle centootto)

21. Sivaka

1. Una volta il Sublime dimorava presso Rajagaha, nel Parco Veluvana, nella Riserva degli Scoiattoli.

2. Allora l’asceta itinerante Moliya-Sivaka andò dal Sublime, lo salutò garbatamente e, dopo avere con lui scambiato cortesi e amichevoli espressioni, sedette da parte.

3. Sedendo da parte, l’asceta itinerante Moliya-Sivaka disse al Sublime: “Ci sono, o Gotama, alcuni asceti e brahmana i quali così affermano, così opinano: ‘Qualunque cosa l’uomo sperimenti, piacevole, dolorosa o indifferente, tutto è stato predestinato’; ora, che cosa dice il venerabile Gotama?”.

4. “Sivaka, a causa del temperamento bilioso sorgono alcune sensazioni, e questo è personalmente sperimentabile, questa è una verità accettata dal mondo. E allora, o Sivaka, quegli asceti e brahmana i quali affermano, opinano che qualunque cosa l’uomo sperimenti… tutto è stato predestinato vanno oltre quello che è una verità accettata dal mondo. Pertanto io sostengo che quegli asceti e brahmana sono in errore.

5-11. “A causa del temperamento flemmatico, o Sivaka, … a causa della circolazione dei venti nel corpo … a causa della combinazione degli umori … del cambiamento del tempo … delle avversità … di acute sofferenze … della maturazione del kamma, o Sivaka, sorgono alcune sensazioni … Pertanto io sostengo che quegli asceti e brahmana sono in errore”.

12. A queste parole del Sublime l’asceta Moliya-Sivaka esclamò: “E’ meraviglioso, Gotama! E’ meraviglioso, Gotama! … Mi accolga il venerabile Gotama come seguace laico in lui rifugiato d’ora innanzi per tutta la vita”.


13. "Bile, flemma e circolazione di venti,
combinazioni di umori e cambiamenti del tempo,
avversità, acute sofferenze e,
ottavo, maturazione del kamma".

Semina un atto e raccogli un'abitudine.
Semina un'abitudine e raccogli un carattere.
Semina un carattere e raccogli un destino.

(Proverbio indiano)





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