sabato 22 aprile 2017

Il piede ferito del Buddha: il Sakalika Sutta

Offriamo alla lettura e alla riflessione (nonchè alla pratica...) un importante sūtra (in Pāli: sutta) del Canone buddhista, il Sakalika Sutta (Il Discorso della scheggia di pietra), sull’atteggiamento che il Buddha suggerisce - la presenza mentale - per abbordare le difficoltà della vita, ivi compreso il dolore fisico.
L’occasione del suo insegnamento fu uno degli attentati subiti dal Buddha stesso per opera del suo invidioso cugino Devadatta, il quale voleva divenire la guida della comunità monastica, e a tal fine una volta aveva fatto rotolare un grande masso contro di lui. Il Buddha era sopravvissuto, ma era rimasto ferito da una scheggia di pietra ad un piede, una ferita non grave ma molto dolorosa.

Il testo è stato tradotto in italiano da E. Alfano, a partire dalla versione inglese di Thanissaro Bhikkhu, ed è leggibile qui:
http://www.canonepali.net/sn/sn_libro1/sn1-38.htm.
Lo si trova anche, con il titolo La scheggia, nel Saṃyutta Nikāya pubblicato da Ubaldini Editore (trad. di V. Talamo), alle pag. 36 e seguenti.


“Così ho sentito. Una volta il Benedetto soggiornava presso Rajagaha, a Maddakucchi nel Parco delle Gazzelle. Ora in quella occasione era ferito ad un piede da una scheggia di pietra.
Avvertiva forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — ma li sopportava calmo e con presenza mentale. Dopo aver piegato in quattro il suo mantello si distese sul fianco destro nella posizione del leone, con un piede posto sull'altro, consapevole e presente mentalmente.
Allora 700 deva del coro del Satullapa, al finire della notte, illuminando con il loro splendore interamente Maddakucchi, si recarono dal Benedetto. Così giunti, dopo averlo riverito, si misero da parte.
Allora, un deva così si rivolse al Benedetto esclamando:
"L'asceta Gotama è proprio un naga (elefante dai grandi poteri)! Come un naga, quando avverte forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — li sopporta calmo e con presenza mentale."
Un altro deva esclamò: "L'asceta Gotama è proprio un leone! Come un leone, quando avverte forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — li sopporta calmo e con presenza mentale."
Un altro deva esclamò: "L'asceta Gotama è proprio un cavallo purosangue! Come un cavallo purosangue, quando avverte forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — li sopporta calmo e con presenza mentale."
Un altro deva esclamò: "L'asceta Gotama è proprio un toro! Come un toro, quando avverte forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — li sopporta calmo e con presenza mentale."
Un altro deva esclamò: "L'asceta Gotama è proprio un animale da traino! Come un animale da traino, quando avverte forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — li sopporta calmo e con presenza mentale."
Un altro deva esclamò: "L'asceta Gotama è proprio un domato! Come un domato, quando avverte forti sensazioni di dolore fisico — dolorose, penose, acute, atroci, lancinanti, insopportabili — li sopporta calmo e con presenza mentale.""
Un altro deva esclamò: "Osserva la sua concentrazione ben sviluppata, la sua mente totalmente libera — né agitata né distratta, priva di influssi impuri. Chi pensasse di vincere tale uomo-naga, uomo-leone, uomo-cavallo purosangue, uomo-toro, uomo-animale da traino, uomo-domato: cos'altro dovrebbe immaginarsi?"

[Il Buddha disse:]
Cinque bramani vedici,
pur vivendo austeramente
per 100 anni:
Le loro menti
non saranno totalmente libere.
Di natura grossolana,
non giungerebbero all'altra riva.
Schiavi della brama,
legati a precetti e rituali,
pur vivendo mortificati e austeri
per 100 anni:
Le loro menti
non saranno totalmente libere.
Di natura grossolana,
non giungerebbero all'altra riva.
Chi si basa sui concetti,
non avrà autocontrollo;
nè presenza mentale,
né sagacia.
Solitario nella foresta,
vivendo senza presenza mentale,
non potrà sconfiggere il regno di Mara.
Ma abbandonando i concetti,
ben concentrato,
con retta presenza mentale
ovunque
sarà totalmente libero,
Solitario nella foresta,
vivendo con presenza mentale,
potrà sconfiggere il regno di Mara.

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