venerdì 31 maggio 2013

Fa' che la mia terra si svegli

Nei primi anni del Novecento, il grande poeta e filosofo indiano Rabindranath Tagore scrisse questi versi, una preghiera, un auspicio che desideriamo rivolgere a questa terra, stanca, assopita, in preda ad incubi da cui non si riesce a destare, che forse nemmeno più un dio potrebbe salvare, ma che è pur sempre la "nostra" terra.

Dove la mente è senza paura
e la testa resta ben alta;

Dove il sapere è libero;

Dove il mondo non è stato ridotto in frammenti
dalle strette mura di casa;

Dove le parole escono a fiotti
dal profondo più fondo di verità;

Dove lo sforzo mai vinto tende le braccia
all'estremo e perfetto;

Dove il chiaro corso della ragione
non ha perso il suo letto
nel deserto delle morte abitudini;

Dove la mente è guidata per mano
da Te verso azioni e pensieri più alti;

In quel cielo, o Padre, di liberi spazi
fa' che la mia terra si svegli.

Il sonno della ragione genera mostri
di Francisco Goya (1797)

Si consiglia la lettura dei versi di Tagore insieme con l'ascolto della famosa ballata di Woody Guthrie:

http://www.youtube.com/watch?v=wxiMrvDbq3s