domenica 27 dicembre 2015

Libertà, doveri e mercatini di Natale

Sera di Vigilia, a Bologna. Tra gli affannati dell’ultimo minuto, un uomo, solo, distribuisce volantini. Pochi sono accettati, quanti letti, non so.
Aveva qualcosa da dire, lo ha detto. Ciclinprop (quelli del secolo vecchio sanno).
Parla di vita, in tempi di morte. Di dono, nell'era del baratto. Di libertà e di doveri, nei regni del desiderio e dell'arbitrio.
Senza chiedere nulla in cambio. Nemmeno accordo o disaccordo. Anche per questo, lo propongo:


A proposito dell'esistenza

Di fronte alle innumerevoli e gravi violazioni dei diritti umani nel mondo contemporaneo, di fronte al tedio e allo scetticismo delle nostre società, si potrebbe rimanere come sopraffatti dal senso di una impotenza insuperabile.
Ci troviamo tuttora al cospetto di un'enorme minaccia contro la vita e la vera libertà, non solo di singoli individui ma dell'intero corpo sociale: una minaccia che sta diventando sempre più reale, vicina e diffusa.
Eppure è questo il tempo nel quale ciascuno è chiamato a professare, con umiltà e coraggio, la propria fede in Gesù Cristo "il Verbo della vita" (I Gv., l,l).
E' anche il tempo per ciascun uomo e per ogni donna, di fare appello a tutte le istanze della ragione e alle risorse di umanità e di coraggio che certamente ognuno possiede.
Ciascuno di noi è venuto all'esistenza grazie ad un atto di amore e di gratuita accettazione, compiuto da nostro padre e da nostra madre. Tale accettazione è avvenuta superando, anche allora, dubbi, difficoltà, temporanei disagi economici o abitativi, a motivo di una energia positiva, di una istintiva generosità, di un atto leale di sincera donazione.
E' stata assecondata la tendenza naturale, inscritta nella corporeità e nell’animo di ciascuno, a trasmettere la vita, la propria vita, ad altri.
E' stato dato lo stesso giudizio che fu ed è del Padre: "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò, maschio e femmi­na li creò, ... E vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Gen.,1,27; 1,31).
Tale spontaneo sentimento della positività dell'esistenza ha prevalso sul­le difficoltà reali e sui dubbi, sui timori e sulle prospettive di sacrificio che un evento nuovo e impegnativo suscita.
Ha prevalso altresì sulle chiusure mentali, sui calcoli egoistici, sulle suggestioni infantili e narcisistiche e sulle paure, reali o immaginarie, del futuro.
E' stato dato un giudizio di valore positivo sul creato, sulla natura, sull'esserci, sul tempo presente e quello futuro e sulla pur faticosa avventura umana.
Si è affermata così una nuova e più vera idea di libertà.
Libero infatti, non è chi fa ciò che gli pare e piace ma colui che si vincola nell'amore e accetta di portare nel proprio cuore un'altra persona umana per generarla nella vita.
                                                                                           A.D. 2015