martedì 2 aprile 2019

De Foucaux, un "professorone"...


Nel corso di questi mesi è stato più volte citato Philippe-Édouard Foucaux (o De Foucaux) quale traduttore in lingua francese del Lalitavistara Sūtra.
In segno di rispetto e di ammirazione per il suo lavoro, ci pare ora doveroso riportare qui, sia pure sommariamente, alcuni cenni biografici intorno ad una figura che certamente pochi conoscono, anche tra coloro che in questo Paese si definiscono buddhisti.
De Foucaux nacque il 15 settembre 1811 ad Angers (Maine et Loire) in una famiglia di mercanti. Ben presto si dedicò allo studio delle lingue, verso cui era incredibilmente portato, e imparò latino, greco, italiano, spagnolo e tedesco. A partire dal 1838 studiò il sanscrito presso il Collège de France con Eugène Burnouf (1801-1852), il fondatore dell’orientalistica francese. Lo stesso Collège nel quale studiarono figure quali Alexandra David-Neel e Sylvain Lévi…
Burnouf lo avviò allo studio della lingua tibetana, anche perché nel 1835 la Société Asiatique di Parigi aveva ricevuto alcune opere di Sándor Csoma de Kőrös (1784-1842), il filologo e orientalista ungherese autore del primo dizionario tibetano-inglese, nonché molti testi orientali in lingua sanscrita e tibetana. De Foucaux imparò da solo il tibetano, fino a diventare il maggior tibetologo di Francia.
Nel 1842 l’École Nationale des langues orientales di Parigi istituì per la prima volta in Europa una cattedra di tibetano, e De Foucaux ne divenne titolare fino al 1864. Successivamente lasciò la cattedra (poi soppressa nel 1873 per carenza di studenti) a Henri-Léon Feer (1830-1902) e continuò ad insegnare il sanscrito (succedendo a Théodore Pavie, che aveva ottenuto la cattedra alla morte di Burnouf), dedicandosi altresì allo studio, alla traduzione e al commento di vari testi buddhisti.

Note autografe di De Foucaux

Nel frattempo, De Foucaux aveva sposato (1859) Louise-Marie Filon (1842-1902), figlia di uno storico e autrice a sua volta di romanzi storici nonchè, con lo pseudonimo di Mary Summer, di una Vie française de Bouddha destinée au grand Public (1874).
De Foucaux fu membro della Société d’Ethnographie, del Collège de France, della Société Asiatique e dell’American Oriental Society.
Frutto della sua attività di studioso furono testi quali la Grammaire de la langue tibétaine (1858), la prima in lingua francese; Le tresor des belles parole, choix de sentences composées en tibétain; suivies d’une élégie tirée du Kanjour (1858); Les tibétaines et la bière au beurre (1862); fu autore delle traduzioni del Lalitavistara Sūtra, della Reconnassance de Sakountala, di undici episodi del Mahābhārata e del racconto Le Religieux chassé de la communauté.
Philippe-Édouard De Foucaux morì a Parigi il 20 maggio 1894.
A nostro avviso, i praticanti occidentali del Buddhadharma dovrebbero provare una profonda gratitudine nei confronti di figure quali De Foucaux, Burnouf, Levi, Csoma de Kőrös, Rhys Davids, Schopenhauer, Arnold, Gombrich e tanti altri. Studiosi, traduttori, filologi, filosofi, che magari non hanno trascorso ore sui cuscini di meditazione, ma che hanno però offerto la possibilità di farlo in maniera più consapevole anche a coloro che non ne conoscono i nomi e i lavori o – peggio – a coloro che scientemente disdegnano tale apporto, ritenendo lo studio delle fonti e sulle fonti un’attività altra, rispetto a ciò che fece il Bodhisattva. O rispetto a ciò che tali praticanti ritengono essere la corretta pratica del Dharma.



Le note biografiche sono state tratte dal sito www.ippolito-desideri.net e da https://fr.wikipedia.org/wiki