Nell’immagine
di cui sopra, chiamata “triangolo di Kanizsa” (dal nome dello psicologo
triestino Gaetano Kanizsa che la descrisse nel 1955), sono visibili due
triangoli sovrapposti, nessuno dei quali è però effettivamente disegnato. Si
tratta di un effetto ottico, conosciuto come profilo soggettivo o illusorio, che è oggetto di studio da parte
della psicologia della percezione. Esso è dovuto al fatto che “il nostro apparato percettivo ha una
tendenza organizzativa innata costituita dall'articolazione figura/sfondo
secondo cui non c'è una figura senza sfondo; ciò avviene anche con figure
ottenute con margini fisicamente inesistenti come appunto questo triangolo. Ciò
perché la nostra valutazione percettiva ha bisogno di contrasto figura/sfondo e
anche quando questo non c'è si crea lo stesso” (https://it.wikipedia.org/wiki/Triangolo_di_Kanizsa).
Lo
stesso fenomeno è alla base dell’attuale logo della S.p.A. TIM (acronimo di
Telecom Italia Mobile), creato nel 2016, visibile in ogni dove e reso famoso
grazie ad una efficace campagna pubblicitaria che unisce abilmente una musica
accattivante, accostamenti di colori, accurate coreografie e, talora, la
bellissima voce di una cantante molto nota in Italia.
Come
si nota, nel logo è effettivamente disegnata la sola barra orizzontale della
lettera T, mentre la barra verticale bianca compare grazie al fenomeno ottico
di cui si è detto
(a meno che non si consideri l’intera lettera T come frutto
del fenomeno ottico).
Inoltre
la barra verticale “apparente” richiama la lettera I, mentre la M può essere
immaginata con uno sforzo di fantasia:
Ciò
che invece non è stato esplicitato è il fatto che le tre linee orizzontali che
accompagnano e formano l’acronimo TIM non sono la recente creazione di uno
studio pubblicitario, bensì hanno una storia plurimillenaria che inizia nella
Cina del periodo compreso tra il 2952 e il 2836 a.C., all’epoca del mitico
imperatore Fu Xi, autore del Libro dei Mutamenti, I-Ching (o I-King).
Il
segno che esse compongono è detto kua, trigramma (infatti alcuni parlano, con
un simpatico gioco di parole, di TrI(M)gramma…), ed è formato da una linea
intera e da due linee spezzate. Esistono otto trigrammi, che nascono dalle
possibili combinazioni di tre linee intere e/o spezzate:
Ogni
trigramma ha un nome, e a ciascuno è associata una qualità, un’immagine e un
ruolo all’interno della “famiglia” (composta da padre, madre, 3 figli e 3
figlie).
I
trigrammi sono immagini di ciò che avviene in cielo e in terra, in continuo
mutamento e trasformazione dall’uno nell’altro. Non rappresentano le cose in
maniera statica, ma dinamica. Essi costituiscono la base del testo oracolare
succitato, non a caso chiamato Libro dei Mutamenti.
Degli
otto trigrammi – che raddoppiandosi vanno a formare i 64 esagrammi dello I-Ching
– quattro compaiono nella bandiera della Corea del Sud, ma non quello che TIM ci ha reso famigliare.
Il
nome di quest’ultimo è Kenn, l’Arresto.
La qualità ad esso associata è la
quiete, l’immagine è il monte, l’animale è il cane, “fedele guardiano”. Nel corpo opera nella mano. Nella famiglia
ricopre il ruolo del terzo figlio. È anche descritto come “una tazza rovesciata”.
È
molto interessante il commento al segno Kenn, riportato nel III Capitolo della
parte dell’I-Ching chiamata Sciuo Kua:
“L’arresto è il monte, una via secondaria,
significa piccoli sassi, significa porte ed aperture, significa frutta e
semenze, significa eunuchi e guardiani, significa le dita e il cane e il topo
da chiavica e le specie di uccelli dal becco nero. Tra gli alberi significa
quelli saldi nodosi”.
Il
testo è così commentato:
“La via secondaria è suggerita dai sentieri
mondani, così pure i sassi. Il portone è suggerito dalla forma del segno [una
trave sopra, la linea intera, e due spezzate sotto, che indicano il passaggio].
Frutti e semenze sono i mediatori tra la fine e il principio delle piante. Gli
eunuchi sorvegliano le porte, i guardiani sorvegliano le strade, tutti e due
proteggono e fanno la guardia. Le dita ci sono per tener fermo. Il cane fa la guardia,
il topo rode. Gli uccelli dal becco nero tengono fermi degli oggetti con
facilità. Così pure i tronchi nodosi sono quelli che maggiormente resistono”.
Altrettanto
interessante è l’esagramma composto da due trigrammi Kenn. È il numero 52,
chiamato anch’esso Kenn:
La
sentenza ad esso associata recita:
“Tener quieto il proprio dorso,
così che egli non avverta più il suo
corpo.
egli va nel suo cortile e non vede la sua
gente.
Nessuna macchia”.
E
l’immagine:
“Montagna serrata a montagna:
l’immagine della quiete.
Così il nobile col suo pensiero non va
oltre la sua situazione”.
Il Commento per decidere è significativo:
il senso del segno è lo star fermi, la quiete; all’opposto, il significato dei
due segni intrinseci, formati l’uno (Cenn) da due linee spezzate e una intera
(2^, 3^ e 4^), l’altro (Khann) da una linea spezzata, una intera e una spezzata
(3^, 4^ e 5^), è il muoversi. Quindi: “Essere
calmi significa sostare. Quando è tempo di sostare, allora sostare; quando è
tempo di procedere, allora procedere”.
“Il nobile col suo pensiero non va oltre la
sua situazione”. Ovvero, nella traduzione di V. Arena, “l’uomo superiore non permette al pensiero di
travalicare i limiti del proprio rango”. Un pensiero di grande attualità, che
rimanda al concetto greco di hỳbris, la tracotanza, l’orgoglio che spinge l'uomo alla sopravvalutazione delle
proprie capacità e quindi al di là delle proprie competenze e del proprio ruolo
nel mondo. Una colpa che gli dei inevitabilmente puniscono con severità.
E, a proposito di hỳbris, un'immagine di Karl Marx come Prometeo...
E, a proposito di hỳbris, un'immagine di Karl Marx come Prometeo...
Le citazioni sono tratte da:
B. Veneziani e A.G. Ferrara (a cura di), I King, Ed.
Astrolabio
L.V.
Arena (a cura di), I-Ching, Ed. Bur
Cfr. il post:
http://zenvadoligure.blogspot.it/search/label/I%20Ching