domenica 16 aprile 2023

Pace/guerra o nonviolenza?

Ancora sulla non-violenza, e ancora dal mensile “Frate Indovino”, il periodico dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, uno dei pochi fogli nel quale in questi mesi sembra essersi rifugiato il pensiero della Pace, un pensiero forse obsoleto, politicamente scorretto, inattuale.

Scrive nel numero 4 del corrente mese Roberto Catalano, docente universitario di Teoretica del dialogo:

 Cari fratelli e sorelle tutti, forse è sfuggito a molti che papa Francesco, al termine della sua ultima enciclica intitolata alla fraternità, confessi di essere stato stimolato e motivato a scriverla anche da persone di altre denominazioni cristiane e di altre religioni e, fra queste, nomina il Mahatma Gandhi. Ci troviamo davanti ad una delle tante "prime volte" di cui si è reso protagonista l'attuale papa. Non era mai successo nella storia del papato che un pontefice riconoscesse di essersi ispirato a una persona di un'altra religione. La novità non è per niente casuale. Il senso della fraternità, in effetti, è profondamente radicato nelle culture del sub-continente indiano che hanno espresso cammini di spiritualità di rara intensità e profondità. Si tratta delle religioni che, in occidente, conosciamo come induismo, buddhismo e sikhismo, ma che nel loro humus culturale sono definite come sanatana dharma, le spiritualità dell'ordine universale.

Uno dei fondamenti di questa spiritualità sta nella convinzione che tutto il mondo è una famiglia: vasudhaiva - kutumbakam in lingua sanscrita. È una coscienza che un po' tutte le culture e rispettive religioni portano con sé, sia pure in modi e con espressioni diverse. Le culture dell'India ne sono state testimoni attraverso l'ahimsa, la non violenza. Un concetto che Gandhi ha scelto e fatto proprio come prassi, stile di vita. La sua forza è stata tale da trascinare migliaia di persone in una scelta assolutamente "controcorrente", in un momento storico dominato dalle grandi ideologie del XX secolo, che hanno portato l'umanità intera verso tutt'altra direzione. In effetti, forse nessuna epoca è stata caratterizzata dalla violenza come il secolo scorso quando i tre grandi -ismi (marxismo, nazismo e fascismo) hanno condotto l'umanità ben lontano dalla sua dimensione di essere "una famiglia".

La decisione del Mahatma (grande anima) è stata coraggiosa, pareva essere pura follia. E la sua grande missione ha avuto inizio da un'esperienza personale: «Ho imparato la lezione della non violenza da mia moglie quando cercavo di far di tutto per piegarla alla mia volontà. Quando mi sono reso conto della sua resistenza al mio volere, da una parte, e del suo pacifico sottomettersi alla sofferenza che le causavo, dall'altra, mi sono vergognato di me stesso e della mia stupidità che mi aveva portato a pensare di essere nato per comandare mia moglie. Alla fine è stata lei la mia maestra per la non violenza». Da questa semplice esperienza "familiare", Gandhi apprende una lezione che diventerà l'ideale della sua vita e di quella di migliaia di persone. Proprio la non violenza appare essere oggi la virtù richiesta dal mondo in cui viviamo. Ma richiede persone convinte di poterne essere testimoni. È una sfida che nessuno si può esimere dall'accettare.