La Luce, che nessuna tenebra per quanto profonda può mai velare, si ritrova intatta: dapprima nella duplice illusione di un sole che muove e che sta, e poi, compiutamente, con la sempre rinnovata Natività.
Oggi, 14, San Giovanni della Croce, che della Notte Oscura, la “gioiosa notte”, è stato il Cantore, e che ha mostrato l’accessibilità del Cammino.
Proponiamo qui, quale momento di riflessione, la lettura delle sue Strofe dell’Anima, massima espressione della Mistica dell’Occidente.
1. In una notte oscura,
con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
oh, sorte fortunata!,
uscii, né fui notata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
2. Al buio e più sicura,
per la segreta scala, travestita,
oh, sorte fortunata!,
al buio e ben celata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
3. Nella gioiosa notte,
in segreto, senza esser veduta,
senza veder cosa,
né altra luce o guida avea
fuor quella che in cuor mi ardea.
4. E questa mi guidava,
più sicura del sole a mezzogiorno,
là dove mi aspettava
chi ben io conoscea,
in un luogo ove nessuno si vedea.
5. Notte che mi guidasti,
oh, notte più dell’alba compiacente!
Oh, notte che riunisti
l’Amato con l’amata,
amata nell’Amato trasformata!
6. Sul mio petto fiorito,
che intatto sol per lui tenea serbato,
là si posò addormentato
ed io lo accarezzavo,
e la chioma dei cedri ei ventilava.
7. La brezza d’alte cime,
allor che i suoi capelli discioglievo,
con la sua mano leggera
il collo mio feriva
e tutti i sensi mie in estasi rapiva.
8. Là giacqui, mi dimenticai,
il volto sull’Amato reclinai,
tutto finì e posai,
lasciando ogni pensier
tra i gigli perdersi obliato.
Salvador Dalì - Cristo di San Giovanni della Croce |
Si legga:
S. Giovanni della Croce, Opere, Ed. Postulazione Generale O.C.D.
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