"Di origine cinese, questa pratica della pittura all'inchiostro di china chiamata sumi-e, è stata introdotta in Giappone più di cinque secoli fa.
Beppe Mokuza Signoritti |
Con un semplice pennello, una tavoletta di china, una pietra e un foglio di carta di riso, concentrando l'attenzione sul momento presente, lasciando scorrere i pensieri, sciogliendo le tensioni del corpo mediante una giusta postura e una corretta respirazione, questo modo di dipingere può risvegliare in colui che la pratica la creatività, rendendolo più sensibile, attento armonioso nell'accettare se stesso, gli altri e le proprie difficoltà, più recettivo e in contatto con la fonte della vita stessa che è in lui. Il termine giapponese significa "inchiostro nero" (sumi) e "pittura" (e) ed indica una delle forme d'arte in cui i soggetti sono dipinti con l'inchiostro nero in gradazioni variabili dal nero puro a tutte le sfumature che si possono ottenere diluendolo con l'acqua. Questo non vuol dire però che ogni cosa dipinta così possa meritare il nome di sumi-e.
Il vero sumi-e deve rispondere a determinate caratteristiche tipiche, come ad esempio la sobrietà e la spontaneità che vanno direttamente a colpire la sensibilità dello spettatore. Perché il dipinto sia "vivo", tutti i componenti devono essere vivi. Questo tipo di pittura include già il "disegno", non c'è bisogno di alcun tratto preparatorio, viene tralasciata ogni forma o dettaglio superfluo.
Il sumi-e coglie l'essenza della natura.
Dice il Maestro Su Tung Po: a proposito del giusto atteggiamento da tenere quando si dipinge: "Prima di dipingere un bambù, bisogna che esso vi cresca nell'animo. Allora, col pennello in mano e lo sguardo concentrato, vi nasce innanzi la visione. Coglietela subito coi tratti del pennello, perché può dileguarsi presto, come la lepre all'approssimarsi del cacciatore". Una mente vuota e calma, libera da qualunque idea precostituita, fa sì che l'artista crei "dal nulla" il bambù. Egli diventa ciò che dipinge.
Inchiostri per il sumi-e |
Il "sumi-e" è un metodo di pittura basato sull'apprendimento pratico a diretto contatto regolare con il maestro, ripetendo dei modelli tracciati dal maestro oppure modelli presi dai trattati classici. Nel "sumi-e" non è essenziale la "bravura" o la "perfezione tecnica" o il "talento", tutti possono imparare purché seguano lo spirito dell'istruttore e le sue indicazioni spesso basate sull'intuizione. E' piuttosto un modo di dipingere che richiede costanza e desiderio di penetrare lo spirito e che viene trasmesso dall'istruttore spesso attraverso il suo atteggiamento. Il rapporto tra conduttore e allievo è un rapporto fondato sullo scambio e sull'arricchimento reciproco, in cui la relazione individuale resta fondamentale per il superamento delle difficoltà che ciascun partecipante incontra. Gli allievi lavorano tutti insieme, in un'atmosfera di calma, silenzio e concentrazione naturale, in armonia.
Non c'è competizione in vista di un risultato ma solo un paziente lavoro di affinamento della pro-pria sensibilità per arrivare ad una definita caratteristica del proprio segno espressivo ed alla fluidità del gesto, quasi come fosse l'emanazione naturale del nostro stesso corpo a produrre un fiore, una roccia, un bambù."
Beppe Mokuza Signoritti
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