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Scrive Antonio Sho Shin:
"Il SUMI-E (dal giapponese “pittura a inchiostro nero” è stato introdotto in Giappone più di cinque secoli fa dalla Cina. Risalendo brevemente le sue origini bisogna partire dall'invenzione dell'inchiostro e dei pennelli con la nascita della scrittura imperiale cinese nel 400 a.C. che veniva rappresentata su tavolette di bambù, legno e seta in sostituzione delle incisioni sui bronzi. La scoperta della carta arriva verso il 200 d.C. e la scrittura-calligrafia, come la pittura successivamente, acquistano valore estetico apparendo quasi come elementi plastici animati. Nei secoli l'arte di scrivere e dipingere divenne inscindibile tanto che il pittore Guo Xi in suo saggio scrisse: “Una poesia è un dipinto invisibile, un dipinto è una poesia visibile”. L'attrezzatura necessaria per il SUMI-E è basata dal bastoncino di china (cenere di pino mescolata con collanti speciali e solidificata), dalla pietra da inchiostro (dove viene sfregato il bastoncino con alcune gocce di acqua per ottenere il liquido), dai pennelli e dalla carta di riso. I temi pittorici più frequenti sono attinti dalla natura ed in particolare dai cosiddetti “QUATTRO SAGGI”: il pruno, il bambù, l'orchidea e il crisantemo che contengono tutti i tratti fondamentali della pittura e hanno anche valore morale. E' improbabile dedicarsi a questo tipo di pittura senza l'ausilio di un maestro esperto, infatti oltre alla posizione corretta di corpo, braccio, mano, alla giusta respirazione e alla costante ripetizione di modelli è di fondamentale importanza penetrarne lo spirito. I SHIN DEN SHIN ovvero “la trasmissione da cuore a cuore” permette di dare al SUMI-E un'espressione spirituale autentica, tramandata dai monaci buddisti CH'AN e a partire dal XIV secolo in Giappone con i monaci ZEN. Questa trasmissione intuitiva si rifà direttamente al gesto di Shakyamuni il Buddha che durante un discorso trasmise l'essenza del suo insegnamento al suo successore semplicemente rigirando un fiore tra le dita. Lo stesso ZAZEN, postura millennaria di grande concentrazione, vero centro del buddismo è tramandato I SHIN DEN SHIN anche qui in Italia presso monasteri e dojo. Il SUMI-E differisce evidentemente dalle più comuni pitture occidentali (olio, acrilico...) non tanto per lo stile e il materiale usato. Il dipinto invece di essere costruito sistematicamente attraverso lo schizzo, correzioni, aggiunte e altro, ha un'esecuzione fulminea che il supporto carta di riso obbliga a rendere “definitivo” alla prima senza possibilità di correzioni che deformerebbero o macchierebbero l'opera. Diventa necessaria la padronanza dello strumento e la concentrazione per potere così legare la mano con lo spirito. Non si tratta di riprodurre un aspetto della natura, ma la sua anima. Le decorazioni, i dettagli sono tralasciati per una visione essenziale. I colori sono la manifestazione dell'energia nella materia attraverso diversi elementi, mentre il contrasto tra i neutri nero-bianco sembra risaltarne l'origine della manifestazione, della sua illusione. Esprimere l'inesprimibile, comunicare l'incomunicabile. Il Buddha insegnava a tornare allo spirito originale del corpo-mente, a riarmonizzarsi con l'Universo non per sembrare migliori, speciali, a differenziarsi, ma per essere semplicemente normali. Questo va al di là della religione, stato sociale ecc.. Del resto i metodi artistici, come molti altri, sono “barche” che conducono da una parte all'altra del fiume, ma se giunti dall'altra sponda la “barca” non è lasciata sarà impossibile camminare di nuovo a terra e la “barca” da nostro mezzo diventa l'ostacolo. Concludendo, il SUMI-E non è altro che l'arte di “dipingere” la propria vita, spogliandoci delle mutevoli apparenze e vedendo noi stessi qui e ora nella nostra radice comune e quindi, una volta apprese le regole, continuare a “dipingere” la nostra unicità nell'Uno, composto dai molti."
di Antonio Sho Shin Sabatino
per informazioni sui corsi e lezioni di base di sumi-e:
antoniosabatino69@yahoo.it
oppure
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