In
un momento in cui l’esigenza suprema dei cittadini pare essere quella di
schierarsi costantemente con l’una o con l’altra persona o gruppo o ideologia
che si suppongono tra loro contrapposti ed alternativi (Grecia o Germania,
Renzi o Grillo, liberismo o socialismo ecc.), può risultare utile rileggere e
meditare il capitolo LVII del Tao tȇ ching, il Libro della Via e della Virtù di Lao Tzu,
testo fondamentale della cultura cinese del III secolo a.C. se non addirittura
più antico.
Il
termine “rettifica” va inteso nel senso che ogni cosa trovi e conservi il proprio
posto e la propria funzione.
Lao Tzu |
LVII
Un paese si governa con la
rettifica, la guerra si conduce con gli stratagemmi –
ma l'Impero si
conquista con l'inazione.
L'Impero si conquista restando
costantemente nell'inazione. Dal momento in cui si diventa attivi, non si è in
grado di conquistare l'Impero.
Come posso sapere io che le cose
stanno così?
Da questo:
Quanto più ci sono divieti e
proibizioni nell'Impero, tanto più il popolo si impoverisce.
Quanto più il
popolo possiede strumenti utili, tanto più il paese e la dinastia sono
sconvolti.
Quanto più ci sono operai ingegnosi, tanto più vengono prodotti
oggetti bizzarri.
Quanto più si pubblicano leggi e decreti, tanto più si
moltiplicano ladri e briganti.
Perciò un Santo
ha detto:
“Se io pratico il Non-agire, il
popolo si trasforma da solo.
Se io amo
la quiete, il popolo si rettifica da solo.
Se io mi
astengo dall'attività, il popolo si arricchisce da solo.
Se io sono senza desideri, il
popolo tornerà da solo alla semplicità”.
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