Un breve brano sulla pratica della meditazione
seduta secondo i principi del Taoismo, tratto
dal volume di Da Liu: Tai Chi
Chuan e meditazione, pubblicato da Ubaldini Editore nel 1988.
Il metodo tradizionale di
meditazione, così come viene menzionato negli antichi classici taoisti, viene
praticato in posizione seduta. Non richiede alcun movimento particolare del
corpo, come avviene invece nel metodo di meditazione in piedi [..]. La
circolazione del ch'i, che il movimento degli arti tende a favorire, viene ottenuta solo
attraverso la tecnica di respirazione e di concentrazione mentale. Sebbene
questo metodo sia più difficile per il neofita, risulterà invece più
conveniente durante gli stadi avanzati della pratica.
La concentrazione mentale
necessaria nella meditazione è assai sottile. I classici taoisti sostengono
che non la si può raggiungere focalizzando l'attenzione su un qualche oggetto
ben definito o su un contesto specifico: si dovrebbe dimenticare ogni cosa,
non pensare a niente. Ma, per quanto ciò nasconda una profonda verità, occorre
stare attenti a non interpretare erroneamente il concetto. Chiunque abbia
provato, saprà quanto sia difficile vuotare la coscienza da tutti i pensieri.
Anche quando si è ottenuto uno stato mentale molto calmo, ci si accorgerà che
molti pensieri vaganti e distrazioni tentano in ogni modo di introdursi, e che
è piuttosto difficile liberarsene senza introdurre altri pensieri, poiché
anche l'idea stessa di astenersi dal pensare è di per sé un pensiero.
L'argomento
è stato affrontato anche nella letteratura filosofica occidentale, e qualche
scrittore ha sostenuto che è impossibile svuotare la mente di tutti i pensieri.
A ogni modo, è importante capire che la meditazione taoista non richiede niente
di tutto questo. La condizione di vuoto e di totale oblio descritta nei
classici si riferisce all'ultimo livello e al fine supremo della pratica
meditativa, alla realizzazione di quello stato denominato Grande Quiescenza.
Per il principiante è un errore tentare di lottare contro le distrazioni o di
cacciare via i pensieri. E piuttosto meglio concentrarsi sui processi che
accadono durante la meditazione, vale a dire sul lento e ritmico andirivieni
del respiro e sul flusso di energia attraverso i canali psichici. Focalizzare
l'attenzione su queste cose produce l'effetto di acquietare la mente e
fornisce, al meditante, la possibilità di dimenticare, almeno temporaneamente,
tutti gli affanni, le preoccupazioni e i pensieri della normale vita
quotidiana. Fin dai primi stadi della pratica meditativa, è quindi possibile
percepire un certo grado di tranquillità e di vuoto. I livelli più avanzati
richiedono invece una pratica giornaliera per un lungo periodo di tempo, perché
non li si può realizzare a volontà forzandone il raggiungimento.
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