In un suo scritto, come si è visto (http://zenvadoligure.blogspot.it/2017/03/la-psicologia-analitica-e-loriente-carl.html),
C.G. Jung ha affermato che lo stesso scopo della pratica orientale dello yoga è perseguito in Occidente, anche se
a particolari condizioni, dagli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola (XVI sec.).
A tale proposito riproduciamo qui di seguito due
passi, brevi ma significativi, dell’opera del fondatore della Compagnia di
Gesù, nei quali vengono indicate due modalità di preghiera, con precise
indicazioni sulla postura del corpo, sulla respirazione e sulla corretta
attitudine della mente nel corso della pratica.
Il testo è tratto da:
Ignacio de Loyola, Esercizi spirituali,
trad. di G. Giudici, Ed. Mondadori, pag. 96 e segg.
§ 252 – 2° modo
di pregare – Il secondo modo di pregare è che, in ginocchio o da seduto, a
seconda di come più si trovi disposto e della maggior devozione che
l’accompagni, tenendo gli occhi chiusi o fissi su un punto senza andar con essi
vagando, uno dica Pater, e resti a meditare su questa parola per tutto il tempo
che riuscirà a trovare significati, confronti, diletti e consolazione nelle
meditazioni a tale parola pertinenti, e nella stessa maniera faccia per
ciascuna parola del Pater noster o di qualunque altra preghiera che in questa
maniera volesse pregare.
§ 258 – 3° modo
di pregare – Il terzo modo di pregare è che ad ogni anelito o respiro si deve
pregare mentalmente dicendo una parola del Pater noster o di altra preghiera
che si reciti, in maniera che soltanto una parola sia detta fra un anelito e
l’altro, e intanto che duri l’intervallo fra un anelito e l’altro, si pensi
principalmente al significato di tale parola, o alla persona cui la preghiera è
diretta, o alla propria bassezza, o alla differenza fra una così grande altezza
e questa bassezza nostra; e con la medesima forma e regola si procederà per le
altre parole del Pater noster; e per le altre preghiere, vale a dire: Ave
Maria, Anima Christi, Credo e Salve Regina, si farà come al solito.
Ignazio di Loyola |