"Il cercare avidamente la pacificazione è una seria minaccia
per chi medita, dato che porta a prendere lucciole per lanterne, ossia induce a
credere che lo scopo della meditazione sia quello di sedare la mente e non già
quello di coltivare la presenza all’esperienza.
Non di rado, le persone si avvicinano alla meditazione desiderando ottenere,
come per magia, pace e serenità, ma presto la abbandonano, non appena scoprono
quanto la mente sia preda in modo incessante di irrequietezza e distrazione.
Cadono così nella trappola di dare alle sensazioni piacevoli il potere di
controllare le loro scelte di vita, anziché porre la fiducia nel cammino
interiore, cammino che, sebbene per vie non sempre facili e agevoli, conduce a
una pace incondizionata.
La trappola appena descritta è una tipica
manifestazione degli inquinanti: l’attaccamento come desiderio compulsivo di
agio, l’avversione come reazione al continuo vagabondaggio mentale, e
l’ignoranza come conclusione errata che, poiché non stiamo sperimentando la
tanto desiderata pace, allora non vale la pena meditare".
"Chi smette
di contrapporre il mi piace al non mi piace
chi si è acquietato
chi non è influenzato
dalle condizioni del mondo
io chiamo un grande essere".
di contrapporre il mi piace al non mi piace
chi si è acquietato
chi non è influenzato
dalle condizioni del mondo
io chiamo un grande essere".
dal Dhammapada (418)
Corrado Pensa, per anni docente di filosofia orientale alla
Sapienza di Roma, si dedica esclusivamente all’insegnamento delle pratiche
meditative.
Neva Papachristou, co-fondatrice e insegnante guida dell’A.ME.CO (Associazione per la Meditazione di Consapevolezza), pratica il Dharma dal 1984.
si veda: http://www.associazioneameco.it/
C. Pensa - N. Papachristou, Dare il cuore a ciò che conta, Ed. Mondadori 2012
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